"Il saggio di Baudelaire su Wagner è una straordinaria meditazione sulla musica, sui riverberi e le corrispondenze che trascorrono tra il linguaggio musicale e gli altri linguaggi dell'arte. È allo stesso tempo una appassionata difesa del nuovo, dell'invenzione e dell'azzardo che definiscono e rendono vivo il lavoro dell'artista, qualunque sia il suo linguaggio specifico. L'occasione è data da due eventi parigini: i concerti wagneriani al Théâtre des Italiens, diretti dallo stesso compositore - gennaio e febbraio del 1860 - e la «prima» del Tannhäuser all'Opéra nel marzo del 1861, il cui terzo atto è sommerso dal tumulto della contestazione. Presenti alla «prima», con Baudelaire e Gautier, molti poeti e artisti difensori di Wagner, ma anche musicisti come Gounod, Offenbach, Berlioz. Le pagine baudelairiane dicono lo sdegno per la diffusa incomprensione della «nuova musica» e raccontano i temi più coinvolgenti dell'opera wagneriana: il cielo e l'inferno che abitano l'anima, l'eros e il richiamo dell'assoluto, la caduta e il sogno di una redenzione impossibile. La critica, aveva scritto Baudelaire, bisogna che sia «parziale, appassionata, politica, cioè fatta di un solo punto di vista, ma che apra il più grande orizzonte»: il saggio su Wagner è la dimostrazione, vibrante e decisa, che questa critica è possibile." (Antonio Prete)