Il volume riesce a celebrare almeno due eventi: la scomparsa di un musicista oggi non troppo noto, Skrjabin (avvenuta nel 1915 e ricordata nella giornata di studi del 2015), e quella del sempre noto Debussy (avvenuta nel 1918 e pronta a riempire di sé il 2018). Furono grandi pianisti entrambi, l'uno in Russia e l'altro in Francia, ma non erano soli. Il pianismo europeo contava parecchi altri nomi, e l'Accademia Filarmonica, nella sua lunga vocazione storiografica (documentata dai volumi precedenti, sempre molto aperti nel tempo e nello spazio), ha cercato di trattare diversi altri musicisti-pianisti dell'epoca: Prokofiev, Paderewski, Busoni, Albéniz, Granados, Sibelius, Satie, Rachmaninov, Respighi, Casella e Malipiero. Non prima, tuttavia, d'aver proposto le doverose coordinate generali di storia, cultura, letteratura, arte, estetica e critica. Nel nome di Aleksandr [Skrjabin] e all'ombra di Claude [Debussy] è sembrato un titolo significativo.