Studiare la Napoli del tempo, quella di Rocco Pagliara, Carmelo Errico, Ferdinando Russo, Francesco Cilea, Nicola D'Arienzo, Paolo Serrao, Pietro Platania, Camillo De Nardis e di altre illuminate personalità, ci aiuta a comprendere meglio la cifra artistica di Niccolò van Westerhout, del quale è in corso un processo di valorizzazione più che legittimo e doveroso, che lo pone tra i più singolari e interessanti compositori italiani di fine Ottocento. Auspico, pertanto, che questo modo di far "didattica", di rendere ancora più vivo e proficuo il rapporto Docente/Discente, diventi una preziosa consuetudine nelle aule del Conservatorio "Nino Rota", incrementando anche la voglia e l'interesse per pubblicazioni "autoprodotte" che vadano ancor più ad arricchire le tante, variegate produzioni culturali della nostra Istituzione.