L'attività cognitiva umana nasce da un'interazione molto sofisticata tra individuo e ambiente fisico-biologico: la mente può essere intesa come una sorta di organismo vivente che in rapporto con il dato esterno si accresce e si sviluppa. Nell'ambito delle indagini neuroscientifiche sulla musica, questi approcci stanno portando a notevoli conclusioni circa i possibili benefici cognitivi, socio-affettivi, didattici e psico-motori conseguenti all'attività musicale: che si tratti di abilità linguistiche o di ascolto, di processi visuo-spaziali o logico-matematici, tutte le principali dimensioni cognitive umane sembrano assai sensibili all'influsso dell'attività musicale. La domanda radicale è quindi se la musica, in fondo, possa renderci davvero più intelligenti, attenti, socievoli ed empatici.