Questo libro di Jacques Van Lennep propone una importante visione d'insieme dell'arte a soggetto alchemico e dei problemi che essa solleva. Per i non iniziati a questa disciplina esoterica l'alchimia porta con sé una valutazione sospetta: quella di essere un mito e non una realtà. Tale reputazione è respinta dagli iniziati all'arte alchemica poiché si ritiene che essa, perfettamente integra, sia parte delle cosiddette scienze occulte. Tale appartenenza costituisce certamente la causa principale dell'interesse che questa disciplina è capace di suscitare. Da poco tempo alcuni studiosi si sono dedicati ad analizzare queste apparenze, a distinguere il vero dal falso, a mettere in luce gli aspetti positivi della letteratura alchemica, lunghissima e ancora oggi poco nota. Cosa dire allora della sua arte, la cui interpretazione doveva dipendere da quelle conoscenze? Nel suo senso più comune, l'alchimia è l'arte della trasmutazione, che consiste nel convertire alcuni metalli vili in argento e oro. Per riuscirvi, l'alchimista doveva scoprire la pietra filosofale, che sotto forma di una "polvere di proiezione" era in grado di realizzare questa conversione. L'insieme delle operazioni a ciò finalizzate fu chiamato Grande Opera. Gli alchimisti ricercavano inoltre un rimedio universale, l'elisir di lunga vita. Definita in questo modo, in base al suo aspetto più caratteristico, la disciplina alchemica presentava due facce, una operativa e l'altra speculativa. La prima rientrava nella metallurgia e nella chimica primitiva, la seconda si presentava come una ricerca mistica. Il presente libro si accosta a tali aspetti per mezzo dell'iconografia ermetica, sintesi eccellente delle due polarità di questa dottrina esoterica: le ricerche tecniche e l'indagine filosofica. L'iniziazione alla simbologia alchemica si scontra con la difficoltà connessa alle interferenze di questa disciplina con le molteplici forme dell'attività e del pensiero umano, si tratti della filosofia, della religione, delle scienze - dalla chimica alla medicina, passando per la metallurgia - fino alla politica e all'economia. Come spiega l'Autore Van Lennep: "Nell'alchimia la storia si confonde con la leggenda, la realtà con il simbolo. Il suo stesso nome, trasmessoci attraverso gli arabi, è tutt'uno con le sue origini mitiche che la tradizione cercò nell'antico Egitto. I testi originari ancora conservati vi furono redatti nei primi secoli della nostra era, e comprendono il nucleo essenziale delle sue pratiche e allegorie trasmesse poi da arabi e bizantini, che contribuirono al suo arricchimento. In Occidente l'alchimia ebbe i suoi esordi solo nel XII secolo, per conoscere il suo periodo classico nel secolo successivo, quando furono concepiti i testi latini destinati ad essere i principali punti di riferimento. L'iconografia alchemica, che poté svilupparsi solo dopo la completa assimilazione della dottrina, ci è nota dalla fine del XIV secolo. Pur essendo influenzata in origine dall'iconografia religiosa, le sue immagini si arricchirono ben presto di temi profani".