Cosa sogna la gente in tempi di pandemia? Carestie, cieli neri, guerre e altre catastrofi? Non solo: vecchi e nuovi amori, viaggi e mare, conchiglie e luoghi incontaminati, donne che si spogliano e candidi cigni. Qualcuno ha detto che il Coronavirus è democratico. Le restrizioni della quarantena hanno livellato le nostre possibilità di interazione sociale: al sicuro da un nemico invisibile ma pervasivo, di cosa abbiamo paura adesso, del virus o del vuoto? Cosa accade quando tutto si spegne? Vuoti produttivi, affettivi, spazio-temporali. Può il sogno sostituire il vuoto, le parole non dette, le esperienze sospese? In questo libro una giovane psicoterapeuta raccoglie le testimonianze di chi, nell'emergenza, ha continuato a sognare, prestando ascolto alla voce della paura e del desiderio. In giorni in cui l'una sembra annullare l'altro o aprire alla smania di vivere.