Ricordi, testimonianze e letture ebraiche si intrecciano in un dialogo tra una maestra e un'allieva, a una sola voce sul destino di Israele. Nonostante le differenze di storie personali, esperienze, età e circostanze di vita, i pensieri convergono in uno sguardo e un sentire comune, animato dalla tensione verso l'ascolto dell'altro e dalla convinzione che "un mondo altro è possibile". Attraverso le testimonianze della famiglia Spizzichino e Aboaf, la stessa voce racconta il dolore di memorie intime e l'indicibile della Shoah; pronuncia parole di pace e amore, invitando alla scelta della vita, della benedizione e della responsabilità collettiva.