Prima levatrice, poi ostetrica. Ancora oggi, nell'uso prevalentemente femminile del termine, resta la memoria di una professione un tempo interdetta agli uomini, rimangono tracce di pratiche e relazioni tra donne sulla scena della nascita, rivivono i rimandi al peculiare rapporto tra madre e ostetrica. La sempre maggiore diffusione di pratiche di medicalizzazione del parto hanno messo in ombra l'autorità e la competenza delle madri e sottoposto quella delle ostetriche a un sapere rigorosamente tecnico e scientifico. A partire dagli anni Ottanta, nel territorio veneziano si è aperta una fase di cambiamento: la memoria e i racconti raccolti in questo volume riflettono un percorso che ha ricercato, sperimentato ed elaborato nuove modalità di produrre sapere sulla scena del parto, collocando la relazione tra madre e ostetrica nell'orizzonte più ampio del movimento politico delle donne. Un progetto nato per mettere in luce l'opera materiale e spirituale delle madri e delle professioniste ostetriche, per restituire autorità e dignità all'eredità di saperi di cui sono custodi, per incoraggiarle a mettere in gioco la differenza femminile.