Il volume analizza il lento procedere verso la conoscenza dei meccanismi relativi al moto sanguigno e a quello cardiaco, come si è andato evolvendo dall'antichità greca fino a William Harvey. Si tratta di un modello epistemologico universale, nel quale l'acquisizione di nuovi elementi avviene - in un complesso intreccio di verità ed errore, evidenza e pregiudizio - elaborando ipotesi, dottrine e teorie che hanno costituito paradigmi della conoscenza e la cui rilevanza storico-scientifica non deve essere misurata in base alla loro vicinanza o adesione alle teorie attuali. La prima parte del testo è dedicata alla "fase creativa della scienza greca", dove concezioni e sistemi dottrinali vengono formulati in gran numero e sviluppati secondo differenti direttrici. Viene poi presa in considerazione la "sistemazione galenica", grazie alla quale si assiste a una sintesi del pensiero precedente e all'elaborazione di una teoria generale destinata a durare secoli. La terza parte si sofferma sui tentativi proposti per mettere a punto taluni aspetti manchevoli della dottrina galenica senza peraltro intaccarne la verità profonda. Argomento della quarta parte è la "crisi del sistema"; sulla base del crescente contributo della scienza sperimentale, la visione galenica appare infatti sempre più inadeguata a interpretare la realtà oggettiva. Da ultimo, il libro analizza le modalità con cui Harvey si è accostato ai problemi lasciati insoluti dal galenismo e le soluzioni che il medico inglese ha apportato ai vari temi della fisiologia cardiocircolatoria.