In un viaggio virtuale condotto attraverso i secoli, questo testo cerca di mettere ordine nel caos, di definire i confini fra le "pratiche" dei popoli onde comprendere il significato della malattia, assunta come un concetto spirituale e culturale, non soltanto biologico. Da sempre tutt'uno con religione, filosofia, cosmologia e pedagogia, la medicina ha visto spesso fuse in un unicum l'arte che le è propria, con quelle del maestro, del sacerdote, del filosofo, dello scienziato e dell'ingegnere. La necessità di distinguere fede, verità, conoscenza, cura e guarigione, frantumò la sapienza antica, privandola della sua componente universale e trascendente. Nella naturale successione generazionale, ogni singola comunità ha trasferito i propri saperi, usi e costumi, in ciò modellando le forme-medicina sulle proprie credenze, classificando, spiegando ed orientando le malattie secondo criteri di volta in volta differenti.