Tutti abbiamo un medico di famiglia a cui affidare la cura del nostro corpo. Ma la nostra psiche? Un tempo il medico non era semplicemente un «meccanico» che riparava il corpo come fosse una macchina, ma colui che mentre si occupava del corpo parlava anche allo spirito. Aurelio Porfiri, autore di oltre 30 libri su musica, teologia e musicista di livello internazionale, scrive una lunga lettera al suo medico di famiglia che tutti ci riguarda e ci vede protagonisti, in cui ripercorre i tanti temi che si intersecano con la professione medica oggi: la paura, le malattie, la morte, la speranza... Marcello Veneziani nell'introduzione scrive: «La vera medicina si occupa dell'uomo e non della sua malattia. Spesso l'uomo non è un malato immaginario, ma un malato dell'immaginario; e a volte questa malattia divora le sue energie spirituali e questo lo debilita, non lo fa reagire. Quello di Porfiri è un viaggio colto e spiritualmente desto che naviga tra attualità, nuove mitologie come quella del Big Pharma e rinate superstizioni su base scientifica. Ma indaga soprattutto il rapporto tra il corpo e l'anima».