Si presenta un'indagine linguistica sui testi giornalistici e sui discorsi politici che Luigi Sturzo (1871-1959) scrisse e pronunciò tra i primi anni di militanza locale in Sicilia (dal 1897 al 1905), la fondazione del Partito Popolare Italiano (1919) e l'esilio volontario a Londra (1924). Lo studio mostra come il discorso del sacerdote siciliano si sposti nel corso degli anni da un orizzonte linguistico fortemente connotato in senso identitario, in cui si prediligono toni intensi e combattivi, verso modalità comunicative via via più misurate, dove la lingua si piega a un intento persuasivo ottenuto grazie alle strategie dell'argomentare e dell'istruire. L'autrice delinea il profilo linguistico di Sturzo alla luce dei fatti storico-politici dell'Italia primo-novecentesca, descrivendo l'evoluzione di una lingua che, a partire dall'esperienza politica isolana, si va adattando alle forme della comunicazione pubblica nazionale, secondo uno stile che già prelude al moderno discorso politico.