Era, questo dedicato alla poesia dialettale di Ostelvio Celestini (1934-2020), un libro necessario: perché di una tradizione il cui solco fu originariamente delineato (erano gli anni '30) da Enrico Canevari e poi a seguire - a partire dagli anni '60-'70, in un'Italia che freneticamente andava cambiando volto, smemorandosi delle proprie radici storico-culturali - da Emilio Maggini ed Edilio Mecarini (ciascuno dei tre dedicatario di una delle edizioni del concorso a premi La léngua vitorbese), Ostelvio ha rappresentato il naturale sviluppo e affinamento in termini di autocoscienza del fare e del pensare la poesia dialettale