I palermitani una cosa la sanno: cu avi lingua passa u mari, questo perché il palermitano non è padrone manco a casa sua, ma della sua lingua lo è, eccome. Pensiamo, per esempio, a come usa la parola cosa: "Sei cosa da prenderti a legnate", "Sei una cosa inutile", "C'è cosa?", "Cosa fitusa!". Oppure a chi va a chiedere un favore: "Assessò, ma quella cosa?", e alla risposta lapidaria: "Quella cosa sta camminando!". Che poi da noi la mafia si chiama Cosa Nostra! Nel tempo, certe parole si sono impossessate di noi, altre invece sono state dimenticate, come calzini sporchi in fondo al bucato. In questo libro che hai tra le mani, Salvo Piparo ti aiuta a riscoprirle, perché lo Scordabolario è il vocabolario delle 'palore' palermitane scordate. E non solo! Riuscirai anche a vederle! Sfoglia e scopri perché.