Il motivo ispiratore della pubblicazione è l'indignazione nell'assistere ogni giorno alla mortificazione ed allo scempio della nostra lingua madre, in una inarrestabile ondata di analfabetismo di ritorno, che coinvolge anche coloro che pretenderebbero di essere i nuovi alfieri e messaggeri della tradizione partenopea: poetastri, intellettuali da strapazzo, bufoni di corte al soldo di istituzioni pseudoculturali, trascrittori di detti e proverbi su mattonelle di ceramica da vendere ai turisti o da incollare nei muri e semplici utenti di telefonini e tabloid...; tutti convinti, nella loro scandalosa ignoranza, che il napoletano possa essere trattato alla stregua di un linguaggio barbaro e disarticolato, del quale è lecito riprodurre alla men peggio i suoni.