"Maredè, maredè..." è un testo di natura polimorfa, che coniuga saggismo d'autore, gusto affabulatorio e passione filologica. Un "mordace zibaldone" di riflessioni linguistiche e un ricchissimo thesaurus di voci e fraseologie, in cui Meneghello indaga la vitalità dell'espressione dialettale, tra memoria collettiva e autobiografica. A essere individuato nelle peculiarità delle sue parlate e del suo patrimonio lessicale è un microcosmo provinciale - il Vicentino -, che sa essere anche specola privilegiata da cui osservare questioni di portata più vasta. Come convivono lingue e dialetti? Come può lo scritto mimare la forza dell'oralità? Qual è la grammatica di un dialetto? Questi Sondaggi esplorano ogni minima varietà dell'" idioma-vita" in cui una comunità si riconosce ed esprime; e lo fanno con la verve stilistica e la sottile ironia che sempre contraddistinguono la scrittura meneghelliana, anche qui capace di compenetrare alto e basso, tra divertiti cozzi di registro e raffinati intarsi plurilinguistici.