Monumenti, strade, castelli, musei sono gli immediati indicatori per chiunque voglia farsi un'idea della civiltà di Napoli, ma è nelle biblioteche, e più precisamente nel libro, sia manoscritto che stampato, che quelle indicazioni trovano una spiegazione più compiuta, nelle pagine degli autori che hanno scritto sugli innumerevoli aspetti della città. Tale concetto costituisce lo sfondo di questa "Storia del libro napoletano", cercando di far emergere le peculiarità più rilevanti della storia e della cultura napoletana, attraverso le testimonianze librarie più importanti che partono dai papiri ercolanesi, per seguire con i codici medievali, manoscritti talora splendidi per le alluminazioni, fino ad arrivare al 1471 quando si ebbe la prima stampa a caratteri mobili, il Bartolo di Sassoferrato, Lectura, un testo giuridico, che inaugura una caratteristica non secondaria della cultura napoletana, per concludere al 1860.