Se si chiedesse, per strada, a occasionali interlocutori, cosa sia la grammatica, risponderebbero che è l'insieme delle regole studiate a scuola, per scrivere e per parlare bene. Le regole del «si dice, non si dice». L'avventura della lingua, invece, è molto di più di uno sterile elenco di verbi e di complementi. Oggi, molti boomer (i nati tra il 1946 e il 1964) gridano allo scandalo, dinanzi a espressioni, modi di dire e vocaboli utilizzati dalla Gen Z (i nati tra il 1996 e il 2010). L'odierno killare, invece, a me ricorda una lettera di nonno Nicola, emigrato in America agli inizi del Novecento, che, scrivendo a sua moglie, nonna Bella, la rassicurava, dicendole di aver trovato, in quelle terre lontane, una buona giobba (facendo ricorso, anche lui, alla italianizzazione di un verbo anglo-americano). La lingua, dunque, è sempre stato uno strumento dinamico e creativo. I come italiano intreccia, per la prima volta, la storia linguistica d'Italia con quella delle sue grammatiche e dei suoi vocabolari/dizionari, in un unico racconto. Le riflessioni semiotiche di Tommi Guerrieri impreziosiscono il libro.