Nella vita quotidiana utilizziamo spesso metafore. Espressioni come "L'amore è un viaggio" o "Le discussioni sono guerre" non sono semplici artifici retorici, ma veri e propri strumenti di scoperta che consentono di accostare elementi distanti e di accedere in maniera più vivida a concetti astratti. Si può essere certi, però, che il loro impiego nei testi didattici renda le spiegazioni maggiormente accessibili a tutti gli studenti? Come comprendono le metafore le persone con disturbi specifici dell'apprendimento, diagnosticati in numero sempre maggiore nelle scuole primarie, secondarie e all'università? Il volume illustra i più recenti studi nell'ambito psicolinguistico, mostrando come questi studenti possano riscontrare difficoltà nel linguaggio figurato, soprattutto se inserito in testi complessi, che richiedono abilità di inferenza e integrazione del significato. Tuttavia, esistono diversi tipi di metafore e modi ulteriori di servirsene nell'apprendimento che possono far leva sui punti di forza delle persone con dislessia. La parte finale del libro è quindi dedicata alla formulazione di proposte didattiche che, basandosi sulle evidenze delle ricerche sperimentali, ricorrono al linguaggio figurato come strumento per un apprendimento inclusivo.