"Nata per difendere/Manualetto di retorica" è un libro dedicato, in particolare modo, al genere giudiziario e all'arte agonistica che si sviluppa nel discorso pubblico, nella competizione con un avversario reale, nella finalità di quella persuasione che produce consenso senza violenza. Secondo Socrate, la retorica è sempre politica, anzi, rappresenta un eidolon della politica (Gorgia: 462). Le connessioni tra la piazza e il tribunale sono vive fin dalla antichità: chiedere giustizia è forse uno dei più importanti atti politici della società, non di rado esercitato proprio nei confronti di chi ha governato la cosa pubblica. Rispettiamo Montesquieu e la separazione dei poteri (giudiziario, esecutivo e deliberativo), ma la storia ci ha insegnato con Socrate, Dante, Campanella, Giordano Bruno, Galileo, Guglielmo Piazza, il capitano Dreyfus e Enzo Tortora che la messa in stato di accusa spesso maschera, e nemmeno troppo bene, la volontà di perseguitare un nemico personale, del potere o della cultura dominante. Il volume si perfeziona in un manualetto di retorica, tratto dal volume "Trappole per topoi", arricchito con ampliamenti relativi alle voci "ipotiposi" e "sinestesia", per riprendere il dialogo costante tra antica e nuova retorica, senza dimenticare le escursioni nell'ambito letterario e i frequenti riferimenti alla dialogicità della vita quotidiana.