Il presente volume contribuisce alla riflessione sviluppata nell'ambito degli studi traduttologici in prospettiva di genere, un approccio che concepisce il linguaggio come non neutro e investito di una dimensione politica che produce inevitabili ripercussioni di tipo socioculturale. I saggi affrontano alcune questioni di rilievo in questo ambito. Il volume si apre con una riflessione di carattere generale sulla difficile circolazione a livello transnazionale della terminologia e di alcuni concetti relativi agli studi di genere e sui problemi posti dalla loro traduzione. Questa è anche pensata come professione al femminile attraverso l'esperienza di Barbara Bray come mediatrice interculturale per la BBC, che viene presentata come una forma di impegno politico da parte di una traduttrice d'eccellenza. La questione del gender bias nella traduzione automatica, di grande rilievo oggi, è oggetto di un'analisi volta a individuarne le cause e a suggerire possibili soluzioni. Chiudono l'opera alcuni studi riguardanti la traduzione letteraria in ambito editoriale, focalizzati sui problemi posti dalla resa di un linguaggio non binario nonché sulle politiche editoriali di alcune case editrici di letteratura per l'infanzia, due ambiti che solo molto recentemente sono stati indagati dagli studi di genere e che inaugurano nuove e feconde prospettive di ricerca.