Quello che viene presentato in queste pagine non è un romanzo, né un trattato di diritto penale, è soltanto una chiacchierata tra sei amici detenuti che frequentano il terzo anno dell'Istituto dei Servizi per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale "Enrico Gagliardi" di Vibo Valentia e che, dalla sezione alta sicurezza del Penitenziario vibonese, durante le ore di pausa, tra una lezione e l'altra, conversano allegoricamente su una questione che ha origini antiche, risalenti al medioevo, dove chi scriveva e parlava in volgare iniziava a porsi il problema di definire una lingua che fosse comprensibile ed utilizzabile dal maggior numero di persone. Per cui "la questione della lingua" diventa l'argomento di discussione dei nostri alunni. Se il volgare italiano deriva dal latino insieme ad altre lingue, quali il francese, lo spagnolo, il rumeno, chiamate lingue romanze o neolatine, il latino era la lingua parlata nel vasto impero romano, ma quando i barbari attaccarono l'impero e quest'ultimo si disgregò, la lingua latina si fonde con elementi dialettali locali dando origine alle lingue nazionali.