"Tradurre", con le parole, le immagini; "tradurre", con le immagini, le parole. Da sempre la cultura occidentale assegna all'esperienza visiva un ruolo centrale nei rituali religiosi, nel dibattito politico, nella scrittura filosofica e letteraria. Filosofi e poeti, artisti e critici, benché spesso divisi fra arti della parola e arti della visione, si ritrovano tuttavia uniti nella fascinazione verso alcuni interrogativi. Innanzitutto come sia possibile trasferire nell'ordine del linguaggio e della scrittura, soggetti alla linearità temporale, l'apparente simultaneità della visione, fondata sullo spazio. Inoltre quali siano i rapporti fra le immagini offerte dalla realtà fisica e quelle prodotte o rielaborate dalla psiche, e in che modo parola e scrittura possano stabilire ponti fra le due dimensioni. Interrogativi con cui, immersi nella cosiddetta civiltà dell'immagine, ci confronteremo a lungo.