Negli anni in cui Carolina Coronedi Berti (1820-1911) lavorava alla compilazione del suo Vocabolario bolognese, alle sue ricerche sugli "usi popolari" e alla sua raccolta di favole dialettali bolognesi, Bologna era tra i centri culturali più vivi. Carducci era "il vate della Terza Italia", punto di riferimento non solo in quanto poeta, ma anche per il magistero di critico letterario alla cui scuola si veniva formando una generazione di studiosi e di giornalisti di prim'ordine. La cultura bolognese di quel tempo spiccava non solo ai livelli alti della ricerca universitaria, ma anche nel campo delle tradizioni popolari e degli studi sul dialetto che, al centro degli interessi della Coronedi Berti, rappresenta anche l'oggetto privilegiato di questo libro, volto non a celebrarne acriticamente la figura, ma a conoscerla un po' meglio e a studiare più da vicino il milieu in cui condusse le sue indagini lessicali e folcloriche.