Napoli e il suo linguaggio appartengono a tutto il mondo, sono stati veicolati dal teatro di De Filippo, dalla comicità di Totò e Troisi, dalla letteratura di Basile, dalla filosofia di Vico, dalla musica di Carosone, dal cinema della Loren... solo per citare qualche nome. Anche grazie a questa pletora di intellettuali, l'insulto napoletano risulta creativo, onomatopeico, a tratti quasi musicale, capace di sfruttare sapienti perifrasi e spesso e volentieri accompagnato da una marcata gestualità per renderlo intelligibile a chiunque. Un giorno Lucio Dalla disse che, se fosse esistita, si sarebbe fatto fare un'iniezione di napoletanità, per poter finalmente pensare e vivere come un vero partenopeo. Un'iniezione simile (purtroppo) non esiste, però questo insultario cerca di infondervi un po' di spirito napoletano attraverso il lato più verace e scanzonato di una lingua frutto di millenni di melting pot culturale e che, grazie ai napoletani sparsi in ogni angolo del mondo, è divenuta oramai internazionale. Questo piccolo libro sarà utile ai napoletani, a quelli che non lo sono, a quelli che amano Napoli e anche a quelli che la odiano, perché il miglior modo per odiare qualcosa è conoscerla profondamente.