Nel 2009 la Corte popolare di Pechino ha processato e condannato alcuni intellettuali e giornalisti per aver partecipato alla stesura e alla diffusione di Carta 08, un manifesto civile volto a promuovere importanti riforme politiche e a difendere i diritti umani. Un anno dopo l'ispiratore e primo firmatario del documento, Liu Xiaobo, è stato insignito del premio Nobel per la pace, ma non ha potuto ritirarlo perché rinchiuso in prigione. Il suo nome e l'immagine della sedia vuota nella sala della premiazione di Oslo hanno fatto il giro del mondo. Sfidando la censura di Pechino, in questa raccolta di saggi e poesie Liu Xiaobo ci offre un vasto e sconvolgente spaccato della Cina nell'era della globalizzazione. Nelle sue pagine si svela il bluff di un benessere frutto di un mero incremento del prodotto interno lordo e causa di palesi disuguaglianze, e si smaschera un regime che ottiene la complicità della gente grazie alla retorica dell'amore per la patria e alla forza «persuasoria» del denaro. Eppure, agli occhi di Liu Xiaobo sono evidenti le crepe che faranno implodere il sistema autoritario cinese. Malgrado la ridotta libertà d'espressione e l'oppressione del governo sulla società civile, Liu Xiaobo nutre vivide speranze - o meglio certezze - di un futuro democratico anche per la Cina.