La "società della sorveglianza", solco e destino di questo tempo storico, manifesta forse la morte della "società aperta" promossa dal pensiero liberale? Per nulla, risponde Guillaume Travers. Al contrario, essa ne è il logico risultato. Ecco perché i liberali, molto presto, promuoveranno tutti i metodi tecnicamente possibili per un controllo sociale capillare e totalizzante: chipping delle popolazioni, riconoscimento facciale, monitoraggio algoritmico, modificazioni genetiche, 5G e pass virtuali. Per meglio comprendere questo apparente paradosso, dobbiamo tornare alle fonti della concezione liberale della "libertà", portando alla luce il suo retropensiero, i suoi metodi operativi e i suoi effetti politici, economici, sociali e antropologici. La trasfigurazione globale in atto, da molti definita "grande reset", rappresenta esattamente l'affermazione di questa "nuova normalità" digitale, tecnocratica e liberticida. In opposizione all'astratta "libertà" dei liberali - dunque - questo saggio promuove la riscoperta di una concezione classica della libertà, prevalente sia nel mondo antico che in quello medievale, oltre ogni distorsione mercantile ed ogni falsificazione orwelliana.