Il Bologna è la squadra per la quale Stagni ha tifato fin da bambino. La prima partita la vide nell'ormai lontanissimo 1947, accompagnato allo stadio dal padre Edmondo. Di quella domenica ricorda ancora tutto: Bologna-Venezia 4 a 0 con doppiette di Gino Cappello e Alberto Bonaretti. Il motivo per il quale si è cimentato in questa avventura è dovuto a un sogno. Infatti una notte gli sono apparsi i mitici campioni del Bologna degli anni Venti e Trenta, che aveva solo visto nelle foto d'epoca ma dei quali aveva sentito parlare molto, un Bologna glorioso per cui venne creato il famoso motto "Il Bologna è uno squadrone che tremare il mondo fa, hip hip urrà". Quei giocatori che conquistarono sei scudetti, due coppe dell'Europa Centrale (una sorta di Coppa dei Campioni di quei tempi) e il Torneo Internazionale di Parigi, li ha sognati mentre palleggiavano allegramente nell'Aldilà su una bianca nuvoletta e con ciascuno di loro ha dialogato. Usciti di scena loro, ne sono apparsi altri, quelli che hanno indossato la maglia rossoblù subito dopo la guerra, con in prima fila il già citato Cappel o e Cesarino Cervellati, i suoi idoli della fanciullezza. Infine, sempre in quel fantastico sogno, ha rivisto anche gli artefici del settimo scudetto del Bologna, quello del campionato 1963-1964 dopo il vittorioso spareggio di Roma contro l'Inter per 2-0 (gol di Fogli e Nielsen). Anche con loro ha parlato e da quel colloquio immaginario sono usciti aneddoti interessanti che certamente non tutti conoscono.