Il mito di Orfeo racchiude in sé alcuni tra gli elementi e i temi più significativi che contraddistinguono la cultura occidentale di tutti i tempi: la musica e la poesia, l'amore e la sofferenza per la perdita della persona amata, l'avventura negli Inferi, la morte. Nella storia della musica del xvii e xviii secolo, esso si rivela una fonte di ispirazione costante non solo per i libretti dei melodrammi, ma anche per i testi poetici delle cantate da camera. Il presente volume vuole proporre alcune riflessioni sulla ricezione del mito di Orfeo nella cantata italiana del Seicento. Seguendo un iter concettuale di carattere deduttivo, il testo affronta prima alcune questioni più generali, relative alla tradizione e al significato allegorico del mito nella cultura seicentesca, poi si sofferma sull'uso estetico e retorico del mito di Orfeo nelle cantate di stampo pastorale, infine esamina alcune 'cantate mitologiche' (attribuite a Orazio Antonio Fagilla, Antonio Foggia, Giovanni Lorenzo Lulier, Alessandro Scarlatti e Alessandro Stradella) dedicate interamente alla storia di Orfeo ed Euridice.