"In nome del Reich" è un libro in cui l'autrice de "Il rogo di Berlino" e "Lasciami andare, madre" (Adelphi), unisce con maestria fatti storici scrupolosamente documentati e finzione narrativa. Se in "Bruceranno come ortiche secche" (Oligo 2021), Helga Schneider rendeva testimonianza della feroce persecuzione nazista verso gli omosessuali, in questo nuovo racconto mostra la spietata efferatezza dell'Operazione T4, il programma di eutanasia nazista che, per mano dello Stato, e sotto lo slogan "vite indegne di esistere", organizzava ed eseguiva la soppressione di persone affette da gravi malattie genetiche, o inabilità fisiche e mentali. In un crescendo di emozioni, il lettore seguirà il destino di una giovane sposa, di origini modeste ma diventata moglie di una SS, ariano da manuale e influente funzionario di partito, così vicino all'entourage del Führer da voler chiamare il primogenito Adolf. Ma la nascita del piccolo, atteso con grandi aspettative, segnerà l'inizio di un drammatico calvario familiare.