Nel 1943, come tanti altri soldati italiani colti alla sprovvista dall'armistizio, il sottotenente luinese Natale Schiani viene deportato nei campi di concentramento dai nazisti. Diventerà un internato militare e subirà la crudele vita del lager per ben due anni. Nel 2013, all'età di 91 anni, Natale si spegne, lasciando ai suoi figli, Mario e Paolo, un'eredità molto particolare: una vecchia cartella avvolta in carta da pacchi, contenente le lettere che il padre e la sua famiglia si scambiarono durante il periodo del suo internamento. Oggi, grazie all'aiuto di quelle lettere, Mario e Paolo hanno ricostruito la vicenda di Natale, mettendo a fuoco il dilemma che logorava "gli schiavi di Hitler": cedere e aderire alla Repubblica di Mussolini per essere liberati, oppure resistere alla fame e al freddo pur di non allearsi al "nemico". Invece di limitarsi a una semplice redazione della corrispondenza epistolare, i fratelli Schiani sono riusciti a trasmettere lo stato d'animo di Natale e di chi, sia da lontano sia da vicino, ha vissuto con lui l'inferno del lager. Il fucile dietro la schiena è una testimonianza unica, insolita, in cui la voce dei figli, discreta e partecipe, si fonde con quella del padre, dando vita a un ritratto sincero e toccante, e a una ricostruzione storica ampia e dettagliata.