Giochi molto catturanti e pieni di verve freschissima e refrigerante sono sia nella prima, sia in questa seconda raccolta di apparizioni veloci e fortemente icastiche esposte da Sangiuliano. Come su un'affollata passerella, c'è tutto un drammatico scorrere di figure e di gesti di esistenze svariate e tutte germinanti di inserimenti e di comparse, che si affacciano nella quotidianità, meravigliandosi di sé e del tutto, accettando a volo l'occasione di esserci e di avere un ruolo nel dramma affastellato, contraddittorio e sostanzialmente buffo della quotidianità. Si tratta del lombrico sotto la pioggia, del camaleonte smanioso di ruoli politici e oggettivamente eccentrici, di iguana in panni non suoi, ma che sono nettamente suoi se riesce a ornarsene, di colibrì impegnati a detessere con estrema abilità e tanta pazienza tessuti nella siepe per ottenere disegni graziosi e iridescenti, di pinguini che avanzano con improbabili mosse e composizioni di eleganza, di sogliole destinate, lo vogliano o no, a soffrire in costanza una condizione di stiratura del corpo imposta dal Signore, della capra impegnatissima a cercarsi diabolicamente invasata vie di selvaggia evasione.