Sono le pagine redatte dal marchese de Sade durante la sua permanenza a Napoli nel 1766. La descrizione della città si muove in bilico tra erotismo e scontrosità aristocratica. Parla infatti "dell'onesto commercio dei sessi" e delle servette al soldo del piacere dei privilegiati, concepite come "mobili in carne e ossa". Fa emergere però anche un forte senso di superiorità e di sarcasmo, descrivendo Napoli come "il più bel paese dell'universo abitato dalla specie più abbrutita" e sentenziando su popolo, regnanti, nobiltà come i più beceri d'Europa. Ne esce una visione della città estremizzata, colorita, qua e là persino respingente, ma certamente di divertente lettura. Il libro è preceduto da una introduzione esplicativa di Attilio Wanderlingh.