«Quando la patria è in buona salute, le idee di patria non sono tutte uguali. Pretendere che lo siano è un sintomo che qualcosa non funziona nella solidità di una democrazia». La patria è una comunità etnica chiusa e isolata, come vorrebbe la destra, o è il risultato di scelte di libertà, diritti, inclusione e condivisione? Un conflitto di idee che ha attraversato la nostra storia e che continua a dividerci, per fortuna. La patria non è morta, come alcuni hanno scritto. E non è affatto patrimonio esclusivo della destra, come vorrebbe raccontarci la propaganda dei "sovranisti". Più semplicemente: anche in Italia le idee di patria sono diverse e in conflitto tra loro, com'è sempre accaduto e com'è giusto che accada. Uno scontro di idee che Andrea Romano racconta guardando al nostro presente, dove la partita principale intorno al senso della patria si gioca nei modi in cui guardiamo alla resistenza ucraina contro l'aggressione di Putin, e ricostruendo la storia del patriottismo di sinistra attraverso quattro figure iconiche di ieri e di oggi. Anita Garibaldi, patriota migrante che abbandona il proprio mondo e sceglie di lottare per l'indipendenza dell'Italia. Sandro Pertini, patriota resistente che si ribella al fascismo quando il regime è più forte e quando opporsi alla dittatura è impresa di pochissimi. Guido Rossa, patriota comunista che difende con la propria vita le istituzioni repubblicane dalla violenza del terrorismo e dal ricatto del silenzio. E Mafalda Garro, organizzatrice di comunità educative per adolescenti che hanno dovuto abbandonare la famiglia, nel cui impegno civile troviamo il senso del futuro: un patriottismo della cittadinanza e dell'accoglienza. Patrioti di sinistra è un libro che allarga lo sguardo oltre la propaganda, ritrovando nella storia il senso di un conflitto su patria e patriottismo che ancora oggi segna nel profondo il nostro tempo.