Questa narrazione è un continuo andare alle origini. Ci si volge indietro verso tempi passati non per cercare un'introvabile spiegazione e poter dire, alla fine, «il cervo rappresenta questo o quello», ma per immergerci nel tessuto immaginale molto complesso di questa immagine-simbolo. Non mancheranno in questo libro nozioni di zoologia ed etologia, ma il campo d'indagine principale è la valenza simbolica di questo animale. Fin dall'inizio della sua ricerca, l'autore si accorge che non è lui a «spiegare» la simbologia del cervo, ma è il cervo a parlare, a suggerire chi è e cosa vuole. E vedremo come, nelle leggende, nei miti, nei sogni, è sempre il cervo che si fa avanti e ci contatta, ci interpella, ci ferma, ci guida o fugge da noi, portando chi lo insegue in luoghi sconosciuti. Afflitto addirittura, e suo malgrado, d'eccedenza simbolica, il cervo è l'animale delle origini, dell'inizio, del limite fra essere e non essere e nel contempo simbolegia una delle funzione superiori della psiche: quella della trascendenza, dell'unione tra conscio e inconscio, requisito imprescindibile per ogni trasformazione della personalità e per ogni progressione della coscienza.