Alfredo Panzini (Senigallia, 1863 - Roma, 1939) è stato narratore, critico, elzeverista, lessicografo, traduttore e saggista, celebre e amato dai suoi contemporanei, una figura di primo piano nel panorama delle lettere italiane del tempo che fu, ma poi nel secondo Novecento ignorato dalla critica, e consegnato ad un oblio che lo ha tagliato fuori dal mercato editoriale. Il libro dei morti rappresenta l'esordio narrativo di Panzini. Risale al 1893, negli anni dominati dalla narrativa verista e positivista, ed è un romanzo caratterizzato da un filo narrativo che serve come legame per una serie di considerazioni condotte sul crinale dell'ironia e dell'allusività.