Cosa sarebbe accaduto se Piero Gobetti, Giovanni Amendola, Carlo Rosselli e Giacomo Matteotti non fossero stati assassinati dal regime fascista? La democrazia liberale e socialista che rappresentavano avrebbe avuto maggiore fortuna? L'unica cosa certa è che il vuoto politico lasciato da quei delitti tra le fila dell'antifascismo ha influito sulle sorti della Repubblica. Le interpretazioni e le memorie più diffuse del Novecento italiano mettono l'accento su una storia segnata dall'impronta cattolica e da quella comunista con qualche riferimento alle destre. Ma quale è stato il ruolo dei liberali e perché è importante rievocarlo? Angelo Panebianco e Massimo Teodori rivivono e raccontano in questo volume le vicende nazionali da - gli anni Quaranta a oggi mettendo a fuoco proprio l'esperienza della «Terza forza» democratica. Teodori rievoca la sua attività di fondatore del Partito radicale con Pannunzio e Pannella, di militante federa - lista con Spinelli e per la libertà della cultura con Silone e Chiaromonte, oltre che di protagonista delle inchieste parlamentari su Sindona e la P2 fino al crollo della «Prima» Repubblica. Panebianco, da studioso di politica, ricostruisce la parabola liberale, stretta tra «bianchi» e «rossi», fino alla sua scomparsa di fatto nell'ultima stagione dominata dai populismi di destra e sinistra. Insieme scrivono una storia controcorrente del nostro Paese. Un affresco di vita vissuta che porta con sé la denuncia di un'assenza che pesa tuttora nello scenario politico nazionale.