Aveva appena ventuno anni, Vincenzo Occhipinti quando andò al fronte. Nel suo pensiero il conflitto mondiale si configurò come un uragano che doveva attraversare. Una guerra nella guerra, lo sforzo di rimanere fedeli al proprio paese e ai propri principi, cercando di far salva la propria vita e quella di amici e nemici. Parola di Bersagliere non è un automatismo o un modo di dire, ma è la dichiarazione di chi si assume le proprie responsabilità, attestando con semplicità la propria onestà nello scrivere, nel pensare e nell'azione. Il libro è un diario, quasi una confessione, tramite cui l'autore, con una prosa genuina, immediata ed efficace, rievoca la propria guerra. Il viaggio inizia nel settembre del 1943, quando si diffonde la notizia dell'armistizio, poi riprende dal 1940, con la campagna di Francia e di Albania. Un racconto di vita militare illuminante per gli storici e avvincente per il lettore che si trova in mezzo ad avvenimenti drammatici descritti in maniera essenziale. Uno straordinario documento, libero da ogni ideologia, sulla barbarie e stupidità di ogni guerra. Arricchito da pagine del manoscritto, foto, cartine e una nota affettuosa del figlio.