Agosto 2019. Alle 11.34 di un sabato mattina Boyd Halverson entra nella filiale della Community National Bank della sua città, in California. Estrae una pistola, si fa consegnare tutti i contanti e fugge, prendendo in ostaggio la cassiera, Angie Bing (che a dire la verità non oppone molta resistenza). Inizia così una storia "on the road" - a metà tra Quentin Tarantino e David Lynch - che spazia per il continente americano procedendo spedita per accumulazione. I protagonisti dell'avventura surreale, a tratti onirica, sono questi atipici Bonny&Clyde: un uomo di mezza età reticente e tormentato, bugiardo compulsivo, e una ragazza logorroica e pragmatica, religiosissima e spregiudicata. Personaggi principali e comparse perseguono tutti una quest assurda ma generata dall'impulso del momento, percorsi apparentemente casuali che cambiano direzione in base a eventi altrettanto casuali e che comportano una sempre più radicale distorsione nella percezione della realtà. Teatro e cassa di risonanza delle vicende, tra squallidi fast food e sontuose ville con piscina, è l'America contemporanea, popolata di tycoon miliardari e delinquenti da quattro soldi, politici compiacenti, poliziotti corrotti, giornalisti che si contendono il Pulitzer a suon di fake news: un Paese in cui alla Casa Bianca siede il bugiardo-in-capo. Sulla scia di grandi scrittori satirici come Swift e Twain, Tim O'Brien ci offre un ritratto dissacrante e ironico, ma al contempo disperante, della sua "America fantastica" - un Paese affetto dalla diffusione autodistruttiva di menzogne, fake news, disinformazione, negazionismo e mera stupidità, fatalmente ancorato ai suoi più duraturi, ingannevoli miti, dal viaggio on the road al self-made man.