«L'analogia, la proporzione, la simmetria» (1974) si pone al centro della produzione di Enzo Melandri e chiude un periodo di intense ricerche intorno ai temi della fenomenologia e del pensiero logico, dense di sviluppi per la sua riflessione successiva. Richiamandosi, in particolare, ad Aristotele, Tommaso, Leibniz, Kant e Husserl, l'indagine è volta a mettere in evidenza la funzione dell'analogia nei procedimenti della conoscenza, nel pensiero creativo e nella capacità di rottura di schemi prefissati. Rispetto alle ricerche svolte in La linea e il circolo (1968), il suo opus magnum, Melandri mira qui a una sintesi in grado di far emergere la configurazione formale dell'analogia, individuando - sullo sfondo delle strutture simmetriche che regolano le espressioni del sapere - un "principio di complementarità" che lega il calcolo all'interpretazione, il controllo alla trasgressione, la continuità dell'esperienza vissuta alla discontinuità delle sue rappresentazioni simboliche.