Ricordi dolci e rabbie antiche, emozioni e voglia di più rallegranti prospettive individuali e sociali, nelle memorie di un ottuagenario che è nato tanto presto da trovarsi infilato dentro a un regime e a una guerra e che si è messo a camminare più libero troppo tardi per poter dire, come i suoi genitori, di aver dato respiro personale all'agognata democrazia. E sì, Umberto era bimbo o adolescente quando gli adulti si ingegnavano in mille modi per restituire dignità ad un Paese che ritenevano tradito. E quando, col procedere della Repubblica, s'è ritrovato uomo giovane e poi più maturo, gli è rimasta soltanto la soddisfazione, per nulla secondaria, di proclamare, o berciare, gli umori per il presente e la rabbia per il passato.