Slanci verso l'infinito, angosce esistenziali, bisogni metafisici alimentati o incrinati dalle consapevolezze terrene; e ancora l'ansia di liberazione spirituale, il desiderio di interiorità come "rifugio" nelle temperie della vita: c'è tutto questo nei Pensieri di Marco Aurelio, una delle opere dell'Antichità più lette e amate, fino a oggi. La perenne attualità dei contenuti e l'immediatezza della forma espressiva hanno infatti garantito nei secoli fama costante a questo testo, che Giacomo Leopardi definì «la filosofia in trono». Si tratta di momenti di riflessione e di introspezione, ora profondi ora comuni e quotidiani, in cui l'imperatore esamina - in un quadro di riferimento etico e filosofico di impostazione stoico-cinica - il passato, la propria condotta, la corrispondenza delle azioni da lui compiute con i princìpi che le ispiravano, in un intimo colloquio dell'anima con se stessa.