Antinoo divenne, a neppure tredici anni, il favorito dell'imperatore Adriano, che in linea con le consuetudini omoerotiche del mondo greco ne fece il proprio efebo. Adriano amò quindi Antinoo con grandissima passione, non meno per le sue doti di carattere che per la sua straordinaria bellezza. Nell'autunno 130 d.C., nel corso di un misterioso incidente, il bellissimo efebo morì però in modo prematuro, gettando l'imperatore nella disperazione più cupa. In sostanza, la morte di Antinoo segnò per Adriano l'inizio di una profonda crisi esistenziale, tanto che egli, ossessionato dal ricordo del bellissimo giovane, arrivò a farlo divinizzare, facendone riprodurre l'immagine in una serie innumerevole di ritratti e sculture in tutto l'impero. E al pari di Adriano, le folle videro in quella sua bellezza, così soffusa di malinconia, una sorta di "epifania"; un'irruzione del divino nel nostro mondo. Per lui, Adriano modificò il nome delle stelle, eresse una città nel deserto e disseminò l'impero di statue e templi in suo onore.