Dopo interi decenni di crollo delle ideologie, crisi dei partiti e «morte della politica», ecco che finalmente la politica è tornata. O almeno così sembra: in effetti, mai come oggi la società sembra spaccarsi in due su tutte le questioni di attualità, dai vaccini alla guerra in Ucraina, dall'Unione Europea a Gaza. Eppure, nonostante i dibattiti infuocati e il continuo clima di scontro tra opinioni contrapposte, nulla sembra cambiare. Le organizzazioni politiche sono sempre più deboli, i sindacati inesistenti, i partiti evaporati, e a votare non va ormai (quasi) più nessuno. Dalla post-politica siamo insomma passati all'iperpolitica: un fenomeno, grandemente alimentato dai continui litigi online, in cui a dominare sono moralismo dilagante, apparenza senza sostanza e incapacità di immaginare dimensioni di lotta collettiva. In questo polemico quanto brillante saggio, Anton Jäger ci fornisce la chiave per capire un presente in cui il dibattito su qualsiasi istanza riguardante la società, la cultura o l'economia si esaurisce perlopiù in controversie ideologiche buone per le piattaforme social, senza che a tanta animosità corrisponda alcun effetto sui processi decisionali.