Un piccolo pugno di isole nell'Oceano Pacifico. Una grande macchia nella storia della Seconda guerra mondiale. Nel corso dei secoli, l'arcipelago di Okinawa è sempre stato conteso dalle potenze che hanno puntato al controllo del Pacifico. Il capitolo più buio nella storia di questo regno indipendente inizia nel 1879, quando viene annesso al Giappone. Nel corso della Seconda guerra mondiale, diventa un obiettivo strategico e, nel 1945, è teatro di uno scontro cruento: la Battaglia di Okinawa, un massacro nel quale la popolazione locale viene decimata sia dagli attacchi americani sia dalla follia suicida dei soldati giapponesi. Per gli Alleati, chi vive nella prefettura di Okinawa è un giapponese e quindi un nemico. Per i giapponesi, quei civili sono cittadini di second'ordine: una distinzione che emerge drammaticamente in questa opera monumentale, che racconta la Battaglia di Okinawa, l'occupazione americana, la restituzione delle isole al Giappone e l'attualità di un arcipelago che, fino agli anni Novanta, ha ospitato più del 75 per cento delle basi Usa sull'intero territorio nipponico.