Esiste un'intima relazione tra la filosofia, l'arte, la scienza e lo spirito di comunità che delinea all'orizzonte i caratteri di una Repubblica del mondo. Alle spalle ciò che avremmo potuto essere ma non abbiamo voluto, davanti a noi ciò che potremmo ancora essere qualora lo volessimo, in qualità di esseri umani al bivio tra dissoluzione per indolenza e integrazione in nome di una legge di convivenza in grado di regolare un nuovo modo di stare al mondo per unire ciò che oggi è sostanzialmente diviso. In questo saggio Gerace invita a considerare centrale l'esigenza di riporre intelligenza nella specializzazione come in politica, a porci domande sul presente e sul futuro, sulla presunta prevedibilità e sull'imprevedibilità della nostra natura, su come ci siamo indeboliti e potremmo irrobustirci, sui ricostituenti che ci permetterebbero di sviluppare qualche anticorpo in più in termini di civiltà, partendo proprio dal farne una ragione di libertà, di reciproco rispetto e di progresso.