«La poesia su cui va a chiudersi il nuovo libro di Mauro Ferrari presenta una caratteristica che colpisce per la sua eccezionalità, un caso pressoché unico - a mia memoria - nel panorama poetico contemporaneo. In essa sono infatti presenti i titoli delle cinque raccolte finora pubblicate dall'autore: Forme (1989), Al fondo delle cose (1996), Il bene della vista (2006), Vedere al buio (2017), La spira (2019). Così bene integrati nel tessuto dei versi, da rischiare l'invisibilità; ma così squillanti nella loro sequenza (che rispetta, con la sola inversione dei primi due titoli, l'ordine cronologico), da costituire una chiave interpretativa dell'intero libro, quasi Ferrari volesse invitare il lettore a retrocedere nelle raccolte precedenti, o meglio ancora a considerare tutta la sua produzione entro una prospettiva unica, di cui Seracchi e morene costituisce l'ultimo tassello (...). I versi di Mauro Ferrari - i suoi lettori ben lo sanno - sono sempre stati percorsi, fin dalle origini, da un rigore di indagine che riguarda non solo l'uomo e la sua coscienza, ma anche l'uomo e l'habitat, naturale e sociale, in cui vive. E il lettore non faticherà a rinvenire, nelle sette parti di questa nuova versione de La spira, alcune delle parole decisive del suo pensiero poetico: Storia, Sogno (entrambe con la maiuscola), utopia, vita, poesia, bene, male. Parole pressoché sconosciute alla poesia italiana contemporanea, ma che danno l'idea di quanto l'autore abbia a cuore il senso di quello che un tempo aveva nome "civiltà". Colpisce nondimeno, nel nuovo libro, sia l'ampiezza del discorso, sia la forza di rappresentazione cui è giunto il pensiero dell'autore. E colpisce soprattutto, nella prima sezione della raccolta (Sotto le bombe), l'elemento di speranza che il poeta può consegnare ai "commercianti di luce", contrapposti ai "ciechi che il nulla chiamano / vita"...» (dalla prefazione di Giancarlo Pontiggia)