Il volume riesamina il rapporto di Raffaello con la cultura figurativa e letteraria Vincenzo Farinella dell'antichità classica, decisivo per orientare la sua arte verso risultati che saranno ben presto sentiti come esemplari, seguendo le principali tappe della sua vita: dall'officina urbinate, dove si è formato, alla Firenze di Leonardo e Michelangelo, dove ha compiuto una importante metamorfosi stilistica, alla Roma dei papi Giulio II e Leone X, dove i resti dell'antichità costituivano una presenza costante e ineludibile. La progressiva scoperta del mondo antico ha condotto Raffaello ad acquisire competenze antiquarie sempre più raffinate, tali da proporre, col tempo, una nuova figura di artista archeologo, capace non solo di realizzare, a partire dalla Stufetta del cardinal Bibbiena, invenzioni dove il mondo classico sembrava davvero rinascere nel presente, ma di mettersi alla prova anche sul piano teorico, con la cruciale epistola sulla ricostruzione di Roma antica redatta insieme a Baldassar Castiglione. Raffaello diventa così, per secoli, il "nuovo Apelle", l'artista capace come nessun altro di calarsi nei panni e nello spirito dei sommi artisti antichi celebrati dalle fonti letterarie classiche.