«'Diario di un delicato', pubblicato da Drieu La Rochelle (1893-1945) un anno prima del suicidio, delinea una solitudine senza scampo» scrive Milo De Angelis. «È una lunga, intensa, lacerata riflessione sulla vita che non si lascia prendere, che non si vuole prendere, dopo essere apparsa in un estremo di pienezza sotto le spoglie di una donna, Jeanne. Una donna che è un'invocazione ad entrare nel ritmo elementare della vita, delle sue forze feconde, materne, paterne, quotidiane, benignamente borghesi. Ma il protagonista (che è Drieu in tutto e per tutto) oppone il suo rifiuto. Certo, non è un rifiuto prestabilito: se così fosse, non avremmo alcun dramma, e verrebbe anche meno quel chiaroscuro allarmato e fosco di presagi che è la scrittura stessa di Drieu. Non prestabilito e tuttavia potente, contiguo alla parte distruttiva di sé che ormai (nel '44) prende il sopravvento».