Io non so chi sia questo Garlinàuen il cui nome mi è salito spontaneo alla mente. Non so da dove viene, se è caduto dal Paradiso terrestre o se è quella essenza primigenia che rimane in ogni uomo, qualunque sia stato il condizionamento che il mondo abbia avuto su di lui. So però che sono io, sei tu e tutte le creature con un'anima. Il poema di Gralinàuen è composto di otto voci. Ogni voce, dalla prima all'ultima, in questo percorso umano che si snoda dall'alba al tramonto, esprime se stessa ricorrendo alla forma che le è propria. Si comincia infatti con un linguaggio elementare che via via, a mano a mano ci si avvicina al centro dell'opera, diventa più strutturato, fino a culminare, proprio nella quarta voce, l' "intermezzo della Terra", nell'endecasillabo senza varianti. Allontanandoci poi dalla Terra e procedendo con le altre voci, lo stile diventa meno rigido, ma non come nella prima parte perché l'esistenza di chi parla è stata comunque segnata dalla Terra. Il percorso del poema termina con un canto inespresso all'Infinito.